Dipartimento di Italian Design Institute
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‘La qualità è una scelta’, parola di Andrea Michele Russano

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L’intervista al docente di Finance&Business Academy.

Andrea Michele Russano è il nuovo docente del Master in Fashion Luxury Management di Finance&Business Academy. Svolge attività di supporto per aziende, startup e marchi di moda lusso, sia nell’ottimizzazione dell’area commerciale che nello sviluppo di prodotti e servizi.
Inoltre, si occupa di facilitare attraverso fornitori certificati il raggiungimento della qualità e dei singoli obiettivi strategici.

Ve lo facciamo conoscere meglio grazie a questa intervista, in cui il docente ci racconta più nel dettaglio della sua esperienza e della sua attività professionale, anche come docente.

Come descriverebbe il suo lavoro di consulente aziendale nel settore della moda di lusso?

Il mio lavoro è molto stimolante, perché mi permette tutti i giorni di entrare in contatto sia con i BRAND di moda che con i fornitori che fanno parte della filiera, che poi rappresentano il valore aggiunto del mio lavoro. Questo mi aiuta da un lato ad avere una visione dello stile e dei progetti che andranno a delinearsi nell’immediato futuro, dall’altro ad accrescere la mia esperienza e tenere “allenato” il mio lato pragmatico di come viene realizzato cosa; il mio obiettivo è essere quindi in grado di trovare soluzioni in linea rispetto al budget e alla tempistica che il cliente ha come target lavorando sulla qualità nell’insieme.

Quando ha capito che voleva fare questo nella tua vita? Qual è stato il suo percorso formativo?

Nei primi anni 2000 ho iniziato a lavorare nel settore dei retail e centri commerciali in ambito informatico; seguivo la progettazione e lo sviluppo di nuove tecnologie per analisi geo marketing, quindi un ambito affine ma lontano dal prodotto moda. Mi sono sempre piaciuti brand come Gucci, Valentino Garavani e Giorgio Armani ma non avrei mai pensato da “grande” di poter conoscere e dialogare con realtà del settore lusso anche a livello lavorativo. Non c’è stato un momento preciso quindi, ma è stato un percorso fatto molto di esperienza e perseveranza. Può essere racchiuso in una frase: Nel dubbio ho detto sì. Ho detto sì a proposte di lavoro dove non avevo un’esperienza specifica ma tanta voglia di capire e tanta curiosità nell’apprendere il nuovo ed affrontare un percorso che ha come propria linea guida un connubio tra l’artigianato e l’innovazione. Così ho iniziato a lavorare per aziende che fornivano il prodotto finito o semilavorato ai Brand e a sviluppare accessori metallici, pelletteria, packaging di lusso, packaging primario per cosmetica e profumeria di nicchia, elementi di visual merchandising e tanto altro ancora (la lista sarebbe infinita). Dal pellettiere al falegname, dal produttore d’accessori metallici al brand manager e naturalmente dai colleghi conosciuti in questi anni e dai titolari d’azienda che ho affiancato, da ognuno di loro ho ricevuto degli input sull’approccio, la cultura ed il metodo che bisogna seguire nel quotidiano. E’ un’attività che porto avanti con grandissima passione e anche se molto spesso i tempi sono velocissimi anche su aspetti complessi, “bisogna correre” (frase preferita dagli addetti ai lavori). Ogni giorno è una sfida, che alla fine genera una soddisfazione unica, perché tutti i progetti sono diversi tra loro e ti lasciano dentro un’esperienza irripetibile.

Quali sono le principali sfide che le start up di moda di lusso affrontano durante la fase di sviluppo?

Start up è un concetto ad oggi molto abusato per identificare qualsiasi nuova realtà e non solo nel settore moda. Sicuramente il giusto approccio è studiare il proprio target di riferimento ed un prodotto che porti avanti innovazione e tradizione, nel rispetto delle tematiche ad oggi più importanti: sostenibilità, basso impatto ambientale che definirei come creatività etica. Un progetto, oltre crearlo e pensarlo, bisogna che abbia investimenti di tempo e denaro, altrimenti rimane solo un’idea che non produce un’azione reale sul mercato. La sfida è proprio questa: la moda è creare qualcosa che non c’è e rendere il tutto un’esperienza unica per chi osserverà e per chi acquisterà quel prodotto.

Quali sono le competenze e le abilità che un imprenditore nel settore della moda dovrebbe possedere per avere successo?

Come detto, le prime due qualità sono sicuramente la passione ed una buona dose di perseveranza. Il lusso è un settore che anticipa spesso i tempi in modo molto veloce; quindi, bisogna essere rapidi nel capire e trovare la giusta direzione che passa molto spesso dal sapere e dalla formazione continua. Migliorarsi sempre e cercare attraverso i progetti di crescere sia culturalmente che professionalmente. Bisogna quindi tenere d’occhio il proprio target clienti e dall’altro portare avanti progetti con professionalità e passione quotidiana. Il successo è qualcosa di passeggero, mentre la cultura, la conoscenza e il rispetto in ciò che stai facendo hanno un valore molto importante, più utile nel tempo per arrivare a un risultato come individuo e come professionista.

Quali sono i trend attuali nel settore fashion e come influenzano lo sviluppo di nuove start up?

I trend nel settore del fashion sono un concetto volubile per definizione stessa, in quanto le nuove tendenze oggi arrivano più che da intuizioni stilistiche, com’era un tempo, da processi legati ad aspetti del marketing prodotto e all’utilizzo dei nuovi canali di comunicazione che arrivano in modo mirato al singolo potenziale acquirente, valutando e studiandone costantemente il comportamento. Questo aspetto avvantaggia un brand giovane, in quanto può delineare dei passi proporzionati al livello d’investimento e concentrarsi sulla capacità di raccontare una storia e vendere quindi un idea/prodotto/servizio investendo anche in una comunicazione diretta. Bisogna poi lavorare sulla fiducia e sul il grado di reputazione, aspetti che devono aumentare nel tempo, per instaurare un rapporto di qualità con il cliente. L’epoca in cui uno stilista poteva permettersi di creare un prodotto a prescindere dall’analisi della realtà anticipando le tendenze è un approccio molto rischioso ad oggi. A mio avviso gli stilisti iconici che hanno espresso al meglio questa capacità sono stati VALENTINO GARAVANI e GIORGIO ARMANI; adesso c’è molta logica, modelli di business ed analisi di mercato del target acquisti facenti parte ad esempio dell’area BRIC (BRASILE, RUSSIA, INDIA, CINA) oltre l’ America ed Emirati Arabi…(anche se, come sappiamo tutti, nell’ultimo anno la RUSSIA ha subito una forte battuta d’arresto causa Guerra). Il brand che ad oggi utilizzerei come fonte d’ispirazione per una start up sicuramente è BRUNELLO CUCINELLI, personaggio unico, molto diretto e precursore nell’affrontare tante sfumature che fanno parte della nostra realtà e del mondo in generale. Credo sia un esempio di resilienza e coraggio. Lavorare con questi valori rappresenterebbe per un giovane d’oggi un bagaglio umano importante, oltre che professionale, una vera scuola di vita. In generale, oggi il lusso è più legato ad un concetto di “lusso intermedio ed a un lusso accessibile”, in quando la platea è più ampia e l’industria moda ha bisogno di numeri per portare avanti le proprie attività a 360 gradi.

Qual è il processo che segue per aiutare una start up a svilupparsi?

Più che processo, sono le persone che compongono l’azienda a fare la differenza, sempre. Nel lusso e nella moda, la sfida è sempre rimasta immutata nel tempo: sapere abbinare artigianalità, materiali, creatività ed innovazione. L’azienda ideale deve avere la sensibilità e il rispetto delle persone e del loro valore come capitale umano. Cerco quindi di individuare le persone giuste e metterle in condizione di esprimere il loro potenziale, affiancando loro dei partner affidabili, seguendo questo processo di evoluzione affianco al management. Alcune aziende invece hanno bisogno di un supporto più su aspetti legati allo sviluppo prodotto o commerciale, in questo caso la dinamica è diversa, sono situazioni che vanno “calibrate” sulla base della singola realtà, del prodotto/servizio e/o mercato di riferimento.

Come è cambiato il settore della moda negli ultimi anni e quali sono le implicazioni per le start up in questo settore?

Il settore negli ultimi ha subito molti cambiamenti, il tempo viene misurato in stagionalità del prodotto, ed ogni sfilata è un salto quantico nel futuro. Non esistono più gli stock magazzino, è tutto prodotto o quasi sull’ordinato; quindi, sono cambiati i processi di sviluppo, approvvigionamento e gestione delle commesse legate ad un prodotto, accessorio ed allo stesso packaging. Una startup moda subentra oggi in un momento storico particolare, quindi deve creare un progetto ed un business plan sostenibile e studiato in base a delle azioni a breve termine ed altre a medio termine, prima di pensare più in grande. La ricerca di fornitori adatti che permettono di affiancare le proprie risorse interne spesso poco esperte ed agevolare così alcuni processi e gestioni delle commesse in modo organizzato rappresenta sicuramente un asset fondamentale, molto spesso questo aspetto è sottovalutato.

Quali sono le competenze e le conoscenze che i suoi studenti acquisiscono nel corso di fashion luxury management e come queste competenze sono richieste dalle start up del settore?

Le competenze che gli studenti acquisiscono durante il corso sono molteplici. Dalla gestione ed individuazione di fornitori strategici alle nozioni di base sullo sviluppo di prodotto ed accessori. Il corso permette di avere una visione ampia del dove potersi esprimere in base alle proprie capacità ed area d’interesse. Ho pensato di inserire dei contenuti e “delle regole non scritte” che avrebbero fatto comodo conoscere al me agli inizi del mio percorso per capire meglio alcune dinamiche e metodi di lavoro e di analisi. Ho pensato di dare ai miei studenti non solo delle nozioni ma strumenti ed esperienza per avere una prospettiva più ampia e innovativa del settore Lusso e delle dinamiche che lo compongono. Devo dire che durante le lezioni c’è un alto grado di interazione, domande e curiosità da parte loro, di questo sono molto soddisfatto. Conoscere i passi che portano alle decisioni ed alle strategie, come sviluppare un prodotto e la ricerca ed individuazione di fornitori strategici sono dei plus che nelle startup potrebbero fare la differenza e portare un valore aggiunto a breve/medio e lungo termine.

Qual è la parola chiave nel mondo del fashion oggi?

La parola che racchiude il tutto è: QUALITA’. La dimostrazione di questo mio credo è che il mio payoff è “La qualità è una scelta.” Con qualità non intendo solo sul prodotto, ma passa dalla capacità della gestione del capitale umano alla qualità con cui l’azienda o il BRAND si approccia ai progetti, ai fornitori e al mercato. Quindi la qualità che fa percepire all’esterno anche di essa come organizzazione di persone, rispettando l’ambiente e il mondo che ci circonda. Questo concetto è espresso bene dall’acronimo PPP (Persone, Pianeta, Profitti) che oggi si indica con l’acronimo ESG ovvero Environmental, Social and Governance, che sono i nuovi criteri di valutazione dell’impegno di un’azienda secondo tre le dimensioni ambientale, sociale e di governance, che danno la misura di quanto essa sia sostenibile e responsabile.

Quanto è importante, a suo avviso, la formazione in questo settore?

In tutti i settori la formazione è alla base per diventare e continuare ad essere nel tempo un professionista. L’evoluzione tecnologica ha influenzato il fattore tempo e ha sicuramente eliminato quasi in “toto” la parola attesa. Nessuno vuole attendere più qualcosa…tutto subito. Questo ha fatto sì che i processi in molte realtà siano stati ripensati e ottimizzati per rispondere prima alle richieste del mercato. Il settore moda/lusso è un settore molto veloce e dinamico, quindi anche le figure professionali che lo compongono devo essere pronte, reattive e costantemente aggiornate su metodi, processi, materiali, innovazione e soluzioni. Ogni area dell’azienda/BRAND ha le proprie peculiarità e specificità, ma la formazione è una costante ovunque ci sia una visione a medio o lungo termine. Siamo arte e cambiamento in movimento.

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